Natura allo stato puro in Venezuela al confine con il Brasile e la Guyana. La Gran Sabana è una terapia naturale allo stato puro. Ritrovare energia osservando vasti spazi, ascoltando silenzi e fermandosi davanti ai sorrisi dei bambini di etnia pemón che qui vivono.
Non c’è nulla di più di una vita semplice in questa terra abitata da popoli indigeni Pemón e caratterizzata da formazioni rocciose dalla storia millenaria, i tepuis, a cui le credenze popolari attribuiscono origini ancestrali e la cui sommità è stata modellata dagli agenti atmosferici.
Sorprende l’immensità, i colori e la varietà di nuvole, che effimere e mutevoli, disegnano una nuova mappa del cielo.
Dove ha idealmente origine questa rotta tra Ciudad Guayana e Santa Elena de Uairén è El Dorado al km 88 e per l’escursione è necessario un fuoristrada.
La pietra della Vergine e la foresta tropicale carica di umidità della Sierra de Lema sono la porta d’entrata al Parco Nazionale di Canaima ed alla Gran Sabana. Le comunità indigene con el loro tradizionali capanne dal tetto di foglia di palma si sesseguono lungo tutto il percorso. Testimonianza del legame comunitario tra la terra e la sua gente.
Sulla via per Kavanayen, in piena Gran Sabana, si arriva alla posada Chivaton. Tranquillità e bellezza del posto insieme ad un’accogliente struttura e buon cibo fanno da corollario ad un sonno ristoratore dopo questa giornata di viaggio.
L’attrattiva principale lungo la Troncal 10 del Venezuela è rappresentata dalle numerose cascate. La più imponente l’ Apongwao (Chinak – Meru in pemón) si raggiunge percorrendo una strada dissestata fino all0insediamento indigeno di Liwo-Riwo.
Con una piccola imbarcazione (curiara) si raggiunge la cascata (salto). Nella stagione umida l’omonimo fiume si gonfia di una massa d’acqua spumosa ampliandone notevolmente il flusso. Bella da togliere il fiato.
Gli incontri fluviali proseguono con le rapide di Kamoiran e il salto Kama (Kama-Meru) proprio a lato della strada. Nascosta in una fitta vegetazione la Quebrada de Jaspe è incantevole. La cascata si getta su una roccia di diaspro con sfumature che vanno dal rosso all’aranciato. Il riflesso del sole insieme all’erosione dell’acqua corrente ne fanno un quadro d’autore.
Santa Elena de Uairén, al confine con il Brasile è qui ad un passo. Inevitabilmente nel posto di frontiera conosciuto come la Línea le attività illegali prosperano. In particolare la vendita di benzina. In Venezuela, uno dei grandi paesi produttori di petrolio il prezzo sussidiato dal governo, nel momento in cui scrivo, è quasi gratuito.
Al campamento ecologico Ya – Koo e con un lungo tragitto alla spalle, il sopraggiungere della sera bagnato da una pioggia sottile; è il momento in cui mi posso finalmente sedere e prendere fiato. Il momento in cui mi pongo tante domande su Madre Natura e il Venezuela, la maggior parte delle quali rimangono senza risposta.
Quello che rende speciale questo luogo, oltrechè bellissimo, sono le persone. Accoglienza e fierezza sono uniche. Capaci di infondere un senso di familiarità. Questa è la risposta che ho avuto grazie all’esempio dei Pemón, custodi attenti alla salvaguardia nella natura e delle loro tradizioni.