Krung Thep
Per i thailandesi Bangkok è il cuore spirituale e il simbolo della nazione. Per i numerosi visitatori appare invece piena di traffico, immersa nel caldo umido ed in una nuvola invisibile di polveri sottili. Per tutti è Krung Thep, la città degli angeli.
Stupisce questa città. Ha conservato intatto il suo patrimonio artistico con al fianco un’estetica di moderna metropoli. Hotel pentastellati con vetrine scintillanti e skybar su terrazze che sembrano toccare il cielo nelle strade di Sukhumvit e Silom.
Per trovare i simboli di un tempo che non c’è più occorre spostarsi nei mercati affollati e carichi di cibo come la strada Yaowarat nel cuore di Chinatown.
Qui accade che lo Shangai Mansion fa ancora un certo effetto. I segni del tempo sono scolpiti sulla facciata. Chi ha una certa età ricorda ancora il periodo coloniale. Va vissuto, fra sedie e bancone del Red Rose, più che visto. Appena fuori ci si può perdere per l’ intera giornata.



Buddha sdraiato e mercato degli amuleti
Bangkok non ha la magia di Chang Mai. Non è mai stata una città bella. Ma attrae. E sa regalare anche angoli nascosti. La Bangkok dei monumenti e dei canali. Con il palazzo reale. Vietato entrare se si è vestiti in modo poco rispettoso.
Poi il What Pho. Il tempio da non perdere tra nuvole di incenso e una folla in processione. La visita dura un attimo. Si passa, si guarda la statua dorata del Buddha reclinato, e si va. Una chiccha invece il piccolo mercato degli amuleti nei pressi del pier d’imbarco del Chao Praya Express Boat.


Wat Saket e Jim Thompson house
Bangkok è questa. Auto che si fanno largo in strada, fra rumori di clacson e motorini. Barche che scivolano sui canali. Come il Khlong Saen Saep che attraversa il cuore della città. C’è una miscellanea di case sparse lungo il tragitto. È una vera comunità brulicante di vita. Phanfa bridge è il molo per raggiungere la montagna dorata.
Quando si arriva ai piedi del Wat Saket la visione stupisce. Ripide scale che salgono verso la montagna ed ecco stupa e sagome dolci dei Buddha e , ad impreziosire l’orizzonte, il profilo della città. La processione è lunga e lenta, i monaci scalzi avanzano con calma, nelle loro tuniche amaranto. Si fermano davanti all’enorme stupa dorato e intonano canti.
La casa museo del papà della seta è in una tranquilla stradina della capitale thailandese. Fatta costruire all’interno di un parco che si affaccia sul canale, unisce comodità occidentali al fascino esotico. È costruita totalmente in legno.
Mercato Chatuchak
Una tavolozza naturale di colori. Frutti e fiori, piccoli prodotti di artigianato e cibo. Nell’ allegria di un ingorgo di volti sorridenti. È il fascino immutabile di Chatuchak. Il frequentatissimo mercato del fine settimana.
La notte poi vive sulle terrazze degli skybar. Oggi si beve e si balla guardando dall’alto la città distesa sotto. Come accade al Banyan Tre. L’ atmosfera che serve a far realizzare i sogni.

