Little red dot

29/08/2017

Little red dot

SINGAPORE

Migrazioni

L’appellativo Little Red Dot, che si deve all’ex presidente indonesiano Habibie che definì Singapore come un piccolo puntino rosso, è utile per capire come sia nata questa città – Stato. L’aspetto attuale, dono di una natura gentile, è in realtà il risultato di lunga e faticosa opera da parte dei primi coloni. I migranti cinesi che giusero nello stretto di Malacca adottarono usi e costumi della cultura malese pur cercando di mantenere le loro tradizioni. Le successive migrazioni, indiane, malesi ed europee ne influenzarono storia, paesaggio e stili di vita.

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Neil road a Chinatown
Singapore
Scene di vita quotidiana

A Chinatown

Chinatown è la zona di Singapore rimasta quasi pura. Le testimonanze di questo immenso patrimonio culturale sono tangibili a chiunque si ritrovi a passeggiare nelle strade comprese tra Neil, Kampong Bahru ed Everton road.

Si passeggia immaginando ricordi, atmosfere e pensando a come sarebbe stato bello essere qui allora. Shophouse che conservano la loro autentica mescolanza di stili e dove al piano terra veniva ospitata l’attività di famiglia. Baba House è un’immersione totale nella cultura Peranakan. 

Little India

Poi c’è Little India “città” indiana dentro la metropoli. Atmosfera indiana e ordine tipico di Singapore. Come una favola che rincorre nei tempi moderni il sogno di un piccolo mondo antico. Vicoli affollati da gente indaffarata, avvolti dai profumi delle spezie e del cibo. E graffiti a ricordare i ricchi commerci dei primi indù che  giunsero qui. Centro di tutto è Serangoon road. 

Il tempio indù Sri Mariannam, dedicato alla dea MahaMariannam, è il più antico della città. Statue di divinità e animali mitologici ne fanno un autentico spettacolo di colori e di fede.

La città verticale

Poi c’è la Singapore interprete di un’ estetica moderna. In questa città verticale tutto appare come visto da un elicottero. Nella moderna downtown brillano un mare luci scintillanti.

A Marina Bay Sands svettano gli splendori dei centri commerciali, e i segni in cemento e cristallo del recente potere economico. Il Museo delle Arti e della Scienza, a forma di fiore di loto, emerge da uno stagno a simboleggiare purezza e accoglienza.

Ai piedi del Museo e prima di salire le scale che portano  verso il Ponte Elica ecco Sky Mirror, istallazione di Anish Kapoor. Ispirata dal pomeriggio di sole gioca sui riflessi di luce. E appena scoppia l’incanto della sera il ponte illuminato e la ruota panoramica danno luogo ad un simbiotico spettacolo di arte e tecnologia.

Once a upon time tomorrow

Si può obiettare che la vera Singapore non sia questa, Ma è anche questa e lo è in modo esclusivo come nessun altro posto. È la storia notturna di questa città. Dentro i  Giardini della Baia con i giochi di luce quando la notte si fa alta. È qui il centro della notte. Davanti alla statua che simboleggia il  Pianeta di Marc Quinn.

Strade mai deserte che si irradiano verso luoghi di incontro per tutti. Usanze e simboli si  sovrappongono fino a confondersi. E con il nuovo giorno tutto ricominci

Marc Quinn
Pianeta
Marina Bay
Marina Bay
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