21/04/2020
Tracce di storia contemporanea
BERLINO
Brandeburg Thor
Sono partito con il mio bagaglio emotivo, fatto di ricordi che avevo letto sui libri, alla ricerca di quel muro. Simbolo ormai ridotto a monumento di una frontiera che pezzo dopo pezzo si è sbriciolato. Fuori la luce rossastra del tramonto illumina ogni cosa con nostalgia, mentre l’oscurità incombe sull’imponente sagoma della porta di Brandeburgo.

Come in quella mezzanotte del 9 novembre 1989 quando si diffuse la notizia dell’apertura dei confini. Cadeva l’impenetrabile barriera che separava la parte ovest dall’est e la Repubblica Democratica Tedesca o DDR non esisteva più. Da quel momento finiva una dittatura e si apriva la strada ad un percorso che sarebbe sfociato nella riunificazione della Germania. Ho sempre pensato che questo processo non potesse superare in una notte decenni di oppressione senza pagarne un prezzo.
Camminando per Friedrichshain negli interi spazi lasciati vuoti dagli “ossis,” (tedeschi dell’est) con la conquista di una nuova libertà. Nelle aree dismesse di Urban Spree, in quelli che una volta erano edifici popolati, oggi risorgono nuovi spazi urbani. Con vista sull’ Oberbaumbrücke

Memoriale del Muro
Difficile trovare qualcuno che non conosca Bernauerstrasse. Questa strada era divisa in due. Le tracce del vecchio muro sono ovunque tra i palazzi e sul marciapiede. Oggi questo museo all’aperto contribuisce a dare il senso di come era questa impressionante barriera. Attraverso il commovente memoriale del muro si rievocano le testimonianze di vita nella Germania Est. Punto fermo per rispondere alla necessità di costruire una cultura della memoria. Come la storia del soldato Schumann, che saltò il filo spinato e il suo gesto venne immortalato in uno scatto di Peter Leibing.

I simboli di un’epoca, falce e martello sono scomparsi. Sembrano essere ormai confinati nei libri di storia o rimasti solo sui banchi di Mauerpark dove, la domenica, si svolge un popolare mercato delle pulci.

East Side Gallery
Delle porzioni originali di muro oggi ne restano solo pochi metri, conservati ed esposti come vestigia di un passato doloroso. Il pezzo più lungo può essere osservato lungo la East Side Gallery, e ci restituisce un’idea della sua imponente presenza fisica. Qui artisti di tutto il mondo si sono dati appuntamento per dipingere questa porzione.
Camminando a lato del muro ci si sente parte della storia, o forse era solo la mia impressione, dopo aver vagato ore a piedi cercando di coglierne la narrazione attraverso i tanti dipinti messaggi di speranza.
Immagini simbolo della Germania divisa come metafora della storia tormentata di chi quel muro ha cercato di abbattere.


È insieme un progetto artistico e uno spazio aperto al pubblico. Inserito all’interno di una moderna zona urbana; Haus Schwarzemberg e’ un cinema, alcuni musei tra cui il museo di Anna Frank, laboratori, librerie e caffè. Ed è anche uno sguardo sulla Berlino che fu.


House of Small Wander e Urban Nation
Già dall’entrata se ne percepisce l’atmosfera. Una scala a chiocchiola in legno, circondata da piante e fiori, permette di salire al piano. Impossibile non pensare di non scattare foto. Atmosfera urban chic e cucina con contaminazioni nipponiche. Motivi per cui questa casa delle piccole meraviglie è divenuta celebre nel panorama gastronomico berlinese.
Creatività ed ironia caratterizzano invece l’Urban Nation all’interno dell’edificio in Bulow st. Opere di arte urbana raccolte in un museo. La casa degli artisti di strada berlinesi. Si resta a bocca aperta alla vista del bagno. Anche qui, come nella East Side Gallery, si afferma la voglia di libertà attraverso l’arte.



Avevo vent’anni in quei giorni e ricordavo le immagini trasmesse dalla televisione di persone che facevano festa vicino alla porta di Brandeburgo quando è caduto il muro di Berlino. Non ero in grado di coglierne esattamente il significato. Però avevo capito che stava accadendo qualcosa di importante per la storia.
Oggi venendo qui l’ho capito un po di più.